mercoledì 24 dicembre 2014

La meditazione dei Santi Padri nel messaggio natalizio del nostro Metropolita Gennadios -commento iconografico



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MESSAGGIO
DI SUA EMINENZA IL METROPOLITA GENNADIOS,
ARCIVESCOVO ORTODOSSO D'ITALIA E MALTA
IN OCCASIONE DELLA FESTA DI NATALE 2014

 

Diletti e Amati figli
Della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta,
“Cristo è nato! Glorificate”


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“Oggi nasce Colui che  esiste da sempre e diviene ciò che non è mai stato”. “E’ Dio e diventa uomo e pur tuttavia rimane Dio”, esclama a gran voce il Padre dell’amore e del dialogo, San Giovanni Crisostomo, Arcivescovo di Costantinopoli. Il “Grande e Paradossale Mistero dell’Incarnazione di Dio”, che l’uomo ammira e di cui rimane sorpreso, quando lo contempla, poiché non è mai accaduto un tale evento:

Vergine orante del Segno

 “Guardo colei che ha generato.  Guardo anche quello che è nato. Pur tuttavia, non posso comprendere il modo con cui è nato”. Vediamo, dunque, diletti e carissimi Fratelli, che il modo della festa è inedito, come inedito è il motivo della nascita di Cristo.

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         L’autore della nostra Divina Liturgia, San Giovanni Crisostomo, confessa con precisione che: “prima della comparsa di Cristo la nostra natura era dominata dal diavolo, dal peccato, dalla morte…”, “mentre il diavolo ingannava e il peccato uccideva, la morte poi seppelliva”

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Realmente, “il peccato è sorto come muro d’inimicizia tra Dio e l’uomo”, come riporta nella sua Catechesi San Nettario, vescovo di Pentapoli con la “conseguenza della fatale separazione dell’uomo dal benevolo Dio e la sua inevitabile sottomissione al demonio, che odia il bene”.


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         E’ una chiara verità, uomini di Dio della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta, che, quando lo vuole Dio, sono superate anche le leggi della natura. Lo stesso è accaduto anche nel “Mistero Soprannaturale” della Natività del Nostro Signore Gesù Cristo: l’ordine naturale è stato abbandonato ed ha agito il volere divino. La profonda misericordia di Dio non può essere espressa, ma il timore dell’uomo, la sua sorpresa di fronte al “Grande Miracolo” e anche la sua meraviglia sono tutte cose straordinarie. Lo ha generato, dunque, come Dio ha voluto. Certamente nella natura non esisteva la possibilità di una simile nascita. Dio, dominatore della natura e di tutte le cose, ha concepito questo modo della Natività, un modo paradossale. E’ un modo, che solo Dio poteva concepire e portare a termine. 

 


Mostrando così che per quanto sia divenuto Uomo, non è nato come uomo, ma lo ha fatto per unirlo all’unico Dio, che è Luce, Verità, Pace, Amore, Speranza e Vita Eterna. Anche questo modo paradossale della Nascita del nostro Salvatore Gesù Cristo avviene, così, poiché, sempre secondo il sapientissimo e ispirato araldo dell’amore e della solidarietà, Giovanni Crisostomo, qualora Dio fosse venuto come uomo da un comune matrimonio, i più avrebbero considerato un inganno la Sua nascita: Ecco perché nasce da una vergine, ecco perché conserva il suo utero intatto, ecco perché custodisce la sua verginità integra, ecco perché abbiamo un modo paradossale, un modo soprannaturale della Nascita di Cristo. Sono chiarele parole di San Giovanni Crisostomo a tal proposito: “Cristo è apparso nel mondo, come «uomo» per guidare gli uomini. E’ apparso nel mondo come «Dio», per salvare il mondo”.

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Accorri a festeggiare, diletto popolo di Dio! Accorri a celebrare insieme la solennità! La preghiera della festa rafforza, da coraggio, protegge, guida, illumina, accresce la fede, aiuta il fedele a comprendere questo modo soprannaturale della Nascita di Gesù Cristo, modo paradossale che proprio solo della potenza e infinita sapienza di Dio.
         I dolcissimi e sublimi discorsi di San Giovanni Crisostomo: “il Regno dei cieli è stato trapiantato sulla terra, gli angeli conversano con gli uomini. Tutte le cose si sono unite, e ciò, poiché Dio è sceso sulla terra e l’uomo è salito nei cieli. Dio è venuto sulla terra, ma si trova ancora in cielo: è tutto in cielo e tutto sulla terra”
Il convincente e salvifico insegnamento del Santo del «Secolo d’Oro della Chiesa», Giovanni Crisostomo sorprende coloro che con zelo divino vi si sono applicati, che vivono la sua spiritualità, la sua verità dogmatica, divenendo uomini di Dio, secondo il detto del Santo Apostolo Paolo: “non vivo più io, ma Cristo in me vive” (Gal. 2,20).

 


         Il «Grande e Soprannaturale Mistero dell’Incarnazione di Gesù Cristo» ha fatto sì che aumentasse il numero di coloro che partecipano a questo “miracolo” del ”Disegno di Dio”, così da giungere al punto di comporre meravigliosi inni, che arricchiscono i fedeli, li preparano e gli guidano a comprendere il Mistero dell’Incarnazione e della Salvezza dell’uomo. I commoventi e solenni canti particolari del Grande Vespro Solenne, questi sublimi inni della Nascita di Gesù Cristo, invitano il popolo di Dio a festeggiare il “Grande Mistero” e ad annunciare chiaramente che Cristo si è fatto uomo, perché lo ama: “Orsù, rallegriamoci nel Signore raccontando il presente mistero. Il muro della separazione è abbattuto… infatti, l’immagine immutabile del Padre, il Carattere della sua eternità assume la natura del servo, nascendo da una madre Vergine, senza subire mutamento; rimase ciò che era, poiché era vero Dio”.
 

         Gli Inni famosissimi e illuminati dalla Grazia di Dio invitano a vivere e a festeggiare con gioia solenne la “Metropoli delle Feste”, come anche con la sacralità e la pacifica glorificazione degli angeli, con la divina ammirazione dei pastori e la gioia di tutto il creato. L’innografo canta: “Orsù, fedeli …. guardiamo la divina condiscendenza scesa dall’alto a Betlemme verso di noi”, “grazie a tale disegno, infatti, è stata conosciuta la tua infinita Misericordia…”, Colui che si è incarnato per opera dello Spirito Santo ed è divenuto uomo dalla Semprevergine Maria, ci ha acquistato e ci ha liberati dal peccato, ha rallegrato tutta la creazione, la terra gioisce con gli uomini ed essi sono condotti alla luce.


 

         “Sapienza, verbo e potenza, essendo Figlio del Padre e culmine Cristo Dio”, cantando l’innografo “il Verbo s’incarna, ma non si è separato dal Padre” offre all’uomo la salvezza e il Regno dei Cieli. Di fronte al “Grande e soprannaturale miracolo dell’Incarnazione di Gesù Cristo”, l’uomo e tutta la creazione, canta: “Cosa possiamo offrirti, Cristo, poiché sei apparso sulla terra come uomo per noi? Ogni tua creatura ti ringrazia: gli Angeli con l’inno, i cieli con la stella, i magi con i doni, i pastori con la meraviglia, la terra con la grotta, il deserto con la mangiatoia: mentre noi con la Madre Vergine: Dio, che sei prima dei Secoli, abbi misericordia di noi”.
         Colui “che è, esiste da prima di tutte le cose e risplende dalla Vergine come Dio” è il vero Dio, è la salvezza del mondo, l’unica speranza e forza dell’uomo per vincere le avversità della vita, le dure prove e avventure, l’ignoranza e la calunnia.


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         A Lui, dunque, Vero Dio, Logos di Dio e Figlio della Vergine, rivolgiamo la nostra preghiera con devozione e speranza per quanti hanno necessità, per gl’infermi, per quanti sono nelle carceri, per quanti sono in prigione, per gli orfani, perché tacciano le armi, perché cessino gli scontri e le guerre, perché siano illuminati quanti tramano contro gli altri e in generale per il superamento della crisi spirituale, sociale e culturale dell’umanità. Preghiamo affinché Dio nato a Betlemme custodisca il mondo dalle insidie e dalla malvagità del nuovo Erode o da quella di molti altri suoi simili, che, purtroppo, esistono anche oggi con aspetto profetico e debolezza, negli ambienti in cui viviamo, sia nei piccoli ambienti, come anche nei grandi, nelle scuole e nei diversi centri, come anche in mezzo ai campi e agli stadi della vita.
         Preghiamo senza interruzione per i giovani, che costituiscono il nuovo cammino del mondo, la preziosissima forza della vita dell’uomo, donata da Dio per il futuro dell’umanità, la prosecuzione piena di grazia di tutte le cose. Non cessiamo di pregare per questo sublime dono di Dio.

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         Insieme col precisissimo e illuminoso Padre della Chiesa di Cristo San Giovanni Crisostomo come nostro compagno di cammino dirigiamoci verso la “Grotta indicata da Dio” e veneriamo il Signore Dio-uomo che “è avvolto nelle fasce” per la nostra salvezza e Che è nato come uomo, affinché l’uomo potesse diventare Dio.
         Con questa nostra fede nell’Unico Vero Dio, Che veneremo anche come il Bambino che giace nella mangiatoia e di cui ammireremo il tesoro della povertà, per mezzo della quale risplende la ricchezza della divinità, che sia propizio e nostro benefattore, l’immutabile luce e la base della nostra vita, che sia l’aiuto perpetuo e il nostro saldo e invincibile protettore.
         “Cristo è nato, glorificate!
         Il Paradiso si è aperto!
Il peccato è stato rivelato!
L’errore è stato allontanato!
Dio è sulla terra e l’uomo nei cieli!
Cristo è nato, rendete gloria!”

Venezia, Campo dei Greci, 25 dicembre 2014



+ Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia a Malta ed
Esarca per l’Europa Meridionale 

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