mercoledì 10 dicembre 2014

Quaresima della Nascita in carne del TeantropoDal «Commento sul profeta Isaia» di Eusebio, vescovo di Cesarea.



 
 
Lettura del Profeta Isaia

Il Messia sorge, animato dallo Spirito di Dio. Sua giustizia.

Spunterà un rampollo dal trono di Jesse, 
e un pollone germoglierà dalle radici di lui.

Si poserà sopra di esso lo spirito del Signore, 
spirito di saviezza e di discernimento,

spirito di consiglio e di fortezza, 
spirito di conoscenza e timor di Dio 
e nel timor del Signore è la sua ispirazione.

Non secondo l'apparenza farà giustizia, 
né darà sentenza secondo che sente dire,

ma con equità farà giustizia ai miseri 
e sentenzierà con rettitudine per gli umili del paese;

darà addosso al violento con la verga della sua bocca 
e col soffio delle sue labbra darà morte al malvagio.

Avrà giustizia per cintura ai lombi 
e lealtà per fascia ai fianchi.

Staranno insieme il lupo e l'agnello 
e il pardo accanto al capretto si metterà a giacere;

il giovenco e il leoncello pascoleranno insieme 
e un piccol fanciullo li menerà;

la vacca e l'orso si faranno compagnia 
e insieme si accovacceranno i loro nati, 
il leone e il bue del pari mangeranno paglia;

il lattante si trastullerà alla buca dell'aspide 
e nel covo della vipera uno spoppato porrà la mano.

Non faranno male né guasto alcuno 
in tutto il mio santo monte

perché la conoscenza del Signore empierà la terra, 
come le acque ricopriranno il mare.

In quel tempo al rampollo di Jesse, eretto a segnale per i popoli 
si volgeranno ansiose le genti 
e la sua sede sarà cinta di gloria.

(Is 11,1-10)
 
Dal «Commento sul profeta Isaia» di Eusebio, vescovo di Cesarea.

Cap. 40, vv. 3. 9; PG 24, 366-367 

Voce di uno che grida nel deserto: «Preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio» (Is 40, 3).
Dichiara apertamente che le cose riferite nel vaticinio, e cioè l'avvento della gloria del Signore e la manifestazione a tutta l'umanità della salvezza di Dio, avverranno non in Gerusalemme, ma nel deserto. E questo si è realizzato storicamente e letteralmente quando Giovanni Battista predicò il salutare avvento di Dio nel deserto del Giordano, dove appunto si manifestò la salvezza di Dio. Infatti Cristo e la sua gloria apparvero chiaramente a tutti quando, dopo il suo battesimo, si aprirono i cieli e lo Spirito Santo, scendendo in forma di colomba, si posò su di lui e risuonò la voce del Padre che rendeva testimonianza al Figlio: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17, 5).
Ma tutto ciò va inteso anche in un senso allegorico. Dio stava per venire in quel deserto, da sempre impervio e inaccessibile, che era l'umanità. Questa infatti era un deserto completamente chiuso alla conoscenza di Dio e sbarrato a ogni giusto e profeta. Quella voce, però, impone di aprire una strada verso di esso al Verbo di Dio; comanda di appianare il terreno accidentato e scosceso che ad esso conduce, perché venendo possa entrarvi: Preparate la via del Signore (cfr. Ml 3, 1).
Preparazione è l'evangelizzazione del mondo, è la grazia confortatrice. Esse comunicano all'umanità al conoscenza della salvezza di Dio.
«Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion; alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme» (Is 40, 9).
Prima si era parlato della voce risuonante nel deserto, ora, con queste espressioni, si fa allusione, in maniera piuttosto pittoresca, agli annunziatori più immediati della venuta di Dio e alla sua venuta stessa. Infatti prima si parla della profezia di Giovanni Battista e poi degli evangelizzatori.
Ma qual è la Sion a cui si riferiscono quelle parole? Certo quella che prima si chiamava Gerusalemme. Anch'essa infatti era un monte, come afferma la Scrittura quando dice: «Il monte Sion, dove hai preso dimora» (Sal 73, 2); e l'Apostolo: «Vi siete accostati al monte di Sion» (Eb 12, 22). Ma in un senso superiore la Sion, che rende nota le venuta di Cristo, è il coro degli apostoli, scelto di mezzo al popolo della circoncisione.
Si, questa, infatti, è la Sion e la Gerusalemme che accolse la salvezza di Dio e che è posta sopra il monte di Dio, è fondata, cioè, sull'unigenito Verbo del Padre. A lei comanda di salire prima su un monte sublime, e di annunziare, poi, la salvezza di Dio.
Di chi è figura, infatti, colui che reca liete notizie se non della schiera degli evangelizzatori? E che cosa significa evangelizzare se non portare a tutti gli uomini, e anzitutto alle città di Giuda, il buon annunzio della venuta di Cristo in terra?
 
 
 
 
 
 

 

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